Descrizione
Nato a Berna nel 1903 in una famiglia di artisti – il padre Ernst è pittore – Walter Linck si forma alla Gewerbeschule bernese (1918–1920), alla Kunstgewerbeschule di Zurigo (1920–1921) e alla Akademie der Bildenden Künste di Berlino (1921–1925). Nel 1927 convola a nozze con la ceramista Margrit Daepp. Linck viene premiato al Concorso svizzero d'arte nel 1927, 1928 e 1930. Tra il 1930 e il 1941 la coppia vive tra Berna e Parigi, dove stringono amicizia con Alberto Giacometti, Serge Brignoni e Germaine Richier. Allo scoppio della seconda guerra mondiale ritornano in Svizzera e si stabiliscono a Reichenbach. Nel 1943 l'artista distrugge quasi tutte le sue opere plastiche per dedicarsi all'astrazione: durante gli anni Cinquanta realizza le prime opere in ferro e le prime sculture di arte cinetica (mobiles) allontanandosi dalla scultura classica. Accanto ad Alberto Giacometti il suo grande modello è l'americano Alexander Calder. Le sue sculture in ferro gli valgono il successo internazionale, coronato da partecipazioni alla Biennale di Venezia (1956, 1966), alla documenta di Kassel (1959) e alla Biennale di São Paulo (1963). Nel 1965 la Kunsthalle bernese dedica una retrospettiva all'artista che dieci anni dopo si spegne nella stessa città.
Figura mostruosa della mitologia greca dal corpo umano e dalla testa taurina, il Minotauro vive nel labirinto costruito da Dedalo dove divora giovani cretesi e sarà infine ucciso da Teseo. Il motivo ha molta fortuna nel Surrealismo, in particolare grazie alle opere di Picasso. Anche Linck si lancia in una reinterpretazione in chiave contemporanea: il suo Minotauro rappresenta la dissoluzione dei limiti tra realtà e sogno. Abbandonato il labirinto si spinge in avanti, libero dalla gravità, in equilibrio su un piede. Il corpo muscoloso è perfettamente proporzionato, la testa taurina si integra armoniosamente al fisico umano: il «Minotauro» valica senza sforzo alcuno i limiti tra realtà e mito. La Confederazione acquista la scultura nel 1956 in occasione della prima esposizione svizzera di scultura a Bienne. L'opera è inserita nel catalogo ragionato dell'artista del 1994 sotto il numero 48.
2017/Susanne Schneemann//traduzione: Cheyenne Peverelli
Provenienza
Walter Linck, Reichenbach/BE (1944–1954); Schweizerische Eidgenossenschaft.
Quelle: Archiv der Kunstsammlungen des Bundes, Bern