Descrizione
Nato nel 1736 a Winterthur quale settimo figlio di un fonditore di stagno, Anton Graff morì nel 1813 a Dresda come ritrattista di fama internazionale. Dopo aver frequentato la scuola di pittura nella sua città natale (1753–1755), proseguì la formazione ad Augusta (1756–1757) e Ansbach (1757–1759). La carriera di Graff ebbe una svolta decisiva nel 1766, quando fu nominato insegnante di ritrattistica all’Accademia di belle arti di Dresda e al tempo stesso pittore di corte del principe elettore sassone. Il suo contratto gli lasciava abbastanza libertà per accettare varie commesse accanto ai suoi impegni ufficiali. Nel corso degli anni creò così una straordinaria galleria di personalità dell’epoca, che oltre a rappresentanti di spicco della nobiltà includeva anche esponenti della borghesia, studiosi e artisti. I suoi ritratti influenzano fino a oggi la nostra immagine di poeti e pensatori quali Herder, Kleist, Lessing o Schiller. Pur attenendosi ai modelli convenzionali della ritrattistica coeva, aveva la capacità di cogliere i tratti individuali di ogni soggetto grazie all’attenta osservazione delle fisionomie individuali, nonché il dono, già riconosciutogli dai suoi contemporanei, di vedere «nel profondo dell’anima», come ebbe a dire il filosofo Johann Georg Sulzer, di cui Graff sposò la figlia Auguste nel 1771.
Il ritratto a mezzo busto raffigura il pittore, poeta ed editore Salomon Gessner all’età di 35 o 36 anni con una parrucca. Gessner, la cui figura risalta su uno sfondo indistinto, ha l’indice infilato in un libro, come se volesse continuare a leggere da un momento all’altro. In secondo piano si intravede un flauto, che probabilmente allude alla poesia bucolica di Gessner. La concezione del ritratto di Graff corrisponde alla sensibilità artistica dell’Illuminismo, che ridusse le barriere tra i ceti sociali e pose l’individualità del singolo al centro dell’interesse. Questo dipinto è il pendant del ritratto di Judith Gessner realizzato lo stesso anno.
2017/Susanne Schneemann//traduzione: Flavia Molinari
Provenienza
Anton Graff, Zürich (1765–1766); Salomon Gessner-Heidegger, Zürich (1766–1788); Judith Gessner-Heidegger, Zürich (1788–1818); Emil Gessner, Zürich (?–?); Arnold Gessner, Schaffhausen (?–1906); Schweizerische Eidgenossenschaft.
Quelle: Archiv der Kunstsammlungen des Bundes, Bern